mercoledì 13 ottobre 2010

Il napalm del giorno dopo




di Johnny Cloaca


Ennesima kermesse, ennesima sfilata, ennesime polemiche. Cercherò di essere il più breve possibile, ma mi rendo conto che il muro di gomma che si è formato intorno all'argomento è davvero insormontabile. Visto che c'è stata una piccola redenzione per Krugman, non vedo perchè non ci possa essere per tutte le altre persone. Però parlare di guerra e di soldati ammazzati equivale molto spesso a prendersi vagonate di insulti senza che quest'utlimi siano supportati dalla benchè minima argomentazione. Basta sentire la parola "ragazzi" e "morti" che subito parte la contraerea sul malcapitato di turno che prova a fare una qualsiasi congettura. Il branco che dilania chi non segue l'onda. Ancora una volta il sistema difende se stesso.

Ma cosa c'è di nuovo in questo caso? Niente. Niente di nuovo, almeno per (rullo di tamburi)...il contribuente. Ma ci arriverò.

Prima di tutto le reazioni dal mondo dei parassiti: il cordoglio d'obbligo. Una spruzzatina di menta negli occhi, qualche stretta di mano, due parole veloci ed un buon sonnellino durante il funerale. Una tranquilla giornata di paraculismo allo stato puro; e sotto gli occhi di tutti. Ma la prese in giro di oggi sono diventate più sopraffini e difficilmente vengono smascherate, perchè gli insospettabili sono spesso in giacca e cravatta e ci proteggono dall'uomo cattivo. In un'era in cui il politically correct ha invaso ogni settore (anche quello delle metafore, in cui l'uomo nero è stato smacchiato a dovere), la permeazione nella cultura di ogni giorno da parte dello Stato ha raggiunto livelli abnormi togliendo persino alle persone la dignità di lottare per i propri diritti facendole sentire (e rendendole) schiave nella propria casa.

Lo Stato ha il potere e lo fa sentire ogni volta. Pensate a Napoli, a Terzigno, a L'Aquila, ecc. Rivela la sua vera natura senza tanti complimenti. Il vantaggio delle popolazioni autoctone è che sono trattate con più "garbo" rispetto a quelle estere. "L'esclusiva" del territorio almeno ce l'abbiamo. Sonore manganellate...e dovremmo anche ringraziare, oltrettutto! Ma uno dei fini di una guerra estera è anche tenere in scacco la popolazione stessa con i vari allarmi, affinchè i cittadini si possano sempre di più gettare nelle mani candide dello Stato che è lì per la sua protezione.

Altrimenti cosa sarebbe la guerra in Afghanistan? Nostra protezione e sicurezza. Siamo troppo imbecilli per cavarcela da soli, abbiamo costantemente bisogno di deleghe e badanti. Che ironia! E pensare che lo Stato ingaggiava una severa battaglia contro colf e badanti qualche tempo fa.

Esportazione di democrazia. Si dice. Esportazione sicuro, non c'è dubbio; ma non sapevo che oppio era diventato sinonimo di democrazia:




Se non ci fossero interessi in gioco quelle persone potrebbero sprofondare anche all'inferno. Fortunatamente per i cinesi, il loro governo compra il debito dello zio Sam. Ovviamente non bisogna tralasciare il fatto che l'intera baracca è sostenuta agli occhi degli altri popoli come un'intera grande "missione di pace". Pace da cosa? Pace da chi? Qualcuno conosce questo fantomatico nemico? I Talebani forse? Nebbia. Ma questo è di secondaria importanza, questi sono discorsi da chi non è patriottico e non vuole che un popolo viva serenamente. Nell'eterna serenità.

Quindi il momento migliore per sfoderare il meglio della dialettica dei nostri parassiti al parlamento è stato quello nei funerali, dove si è letteralmente dichiarata una proposta d'amore verso il popolo afgano: bombe senza ritegno. Vietnam 2 ed il napalm del mattino. Ovviamente niente da obiettare da parte della NATO, anzi, auguri e buona caccia. Ma attenzione, sempre missione di pace sarà...anche se prima si usavano lo stesso armi e giocattoli vari (lanciarazzi, mortai, elicotteri armati). La guerra è pace.

Il vespaio s'è subito messo in allarme ed in un tran-tran di interviste si faceva a gara a chi voleva proteggere di più i "propri soldati", quasi ci volessero andar loro. Ovviamente scherzo, mica son scemi; esercitano "democraticamente" il potere di delega. Cosa stanno esportando altrimenti? Così iniziando dai membri del governo fino a quelli dell'opposizione (poi si scopre che hanno un'opinione anche i portavoce...), tutti sono pronti a giurare fedeltà e supporto al corpo militare, senza però dichiarare i loro reali intenti. L'aut-aut favorevoli o contrari, no? Forse un briciolo di sanità mentale è rimasta in questo paese e ci si rende conto che quella è una guerra di opportunismo, in tutti i sensi; supportata da ambo le parti degli schieramenti. Anche da quella sinistra che scendeva in piazza sventolando bandiere colorate. Nello Stato non esistono colori. Lo Stato è lo Stato. Le eccezioni vengono prontamente disinnescate.

Ma in particolare si tenga conto di questa perla democratica (lo dice anche il partito!):
«Io -sottolinea- sono per una discussione di merito senza che si apra il referendum tra i sì e i no, che prescinde dalla discussione». Anche perché il rischio è che passi l’idea che c’è chi vuole la guerra e chi no. Ma è sbagliato parlare di guerra perché c’è una differenza sostanziale tra chi fa la guerra e una missione di pace: nel primo caso si spara per primi, nel secondo si spara solo se attaccati e per tutelare la popolazione. Dei 34 soldati morti in Afghanistan nessuno è caduto in un’azione bellico offensiva. Noi non siamo là per fare la guerra a nessuno”, conclude Fassino.[1]
  1. E certo, col referendum c'è il rischio che chi voleva una sanità più efficiente voglia votare "no" nella speranza che quei fondi vengano destinati ad altro.
  2. Infatti, qui la guerra la si vuole e basta.
  3. "Ma è sbagliato parlare di guerra perché c’è una differenza sostanziale tra chi fa la guerra e una missione di pace", questa, signori e signore, vince il premio come stronzata dell'anno. Applausi!
  4. Si spara solo se attaccati? Evidentemente fassino ha la memoria corta: Link & Link.
  5. "Dei 34 soldati morti in Afghanistan nessuno è caduto in un’azione bellico offensiva", questa cos'è? Una sorta di giustificazione per tutti gli altri?
  6. "Noi non siamo là per fare la guerra a nessuno"...E i talebani cattivi dove li mettiamo?


Altre risate in arrivo per la decisione alle camere, il che realmente sta a significare "vediamo i nostri superiori che ne pensano":
"[...]La prima riguarda i rapporti con i nostri alleati della Nato, Stati Uniti in testa, che da anni chiedono all'Italia di impegnarsi senza restrizioni in questa guerra. Dopo il ritiro dei Tornado tedeschi, anch'essi vincolati dal 'caveat' che impedisce l'uso di bombe aeree, gli Amx italiani rimangono gli unici caccia senza bombe della missione Isaf. Un'eccezione politicamente imbarazzante per i rappresentanti del nostro governo, e anche per quelli dell'opposizione (che nel 1999, per non sfigurare, mandarono i nostri Tornado a bombardare Belgrado)".[2]


Ma se ancora vi sfugge il nesso con la realtà:
"L'altra ragione, quella economica, tocca invece gli interessi dell'industria bellica italiana. A fine gennaio la Oto Melara, azienda del gruppo Finmeccanica, ha acquistato dall'americana Boeing i componenti per assemblare nelle officine Breda di Brescia cinquecento bombe aeree 'bunker-buster' Gbu-39 da 130 chili l'una (le stesse usate dagli israeliani nell'operazione 'Piombo Fuso' a Gaza) che ora giacciono in magazzino pronte all'uso".


Ma ovviamente tutti scansano la ragione più importante, la presa per il culo del contribuente. Perchè chi pagherà questi costi? Mentre vengono tagliate allegramente le spese alla sanità (ad esempio), si sgancieranno bombe di qua e di là, buttando preziosi risparmi al vento (oltre a quelli che si mangierà l'inflazione). Che ci sia il Dottor Stranamore dietro tutto questo? Ma come sappiamo lo Stato è quello che è, dove alla fine della fiera il suo scopo è quello di sperperare e fare favori agli amici degli amici, non mi capacito invece dell'ostinazione di cambiare le cose scendendo in piazza, accendendo qualche fiaccola o lanciando oggetti contundenti.

Che fare, quindi? Seguire l'esempio dei cittadini di Chicago, per dirne una. Segando le gambe all'intero sistema, non fornendogli la linfa vitale di cui si nutre. Visto che questa scelta ce la possiamo scordare sul foglio elettorale (non sia mai che si scrocetti la voce "sanità", invece che quella "guerra"), è ora di prendersi la propria libertà di decidere. L'amministrazione del denaro a questi mentecatti è solo uno sprone per investire senza rischi e gettare nell'oblio il futuro delle prossime generazioni. Lo Stato non esiste. Esiste la persona. Ed è proprio su questo che la propaganda ha lavorato, sul fatto che l'istituzione sovrasta la libertà di ognuno per non si sa quale bene superiore.

P.S. In approfondimento alla seguente lettura, consiglio anche questo saggio di Rothbard: Guerra e Politica Estera.


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Note

[1] Fonte dichiarazioni: Link


[2] Fonte: Link


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