martedì 26 ottobre 2010

Murray Rothbard e lo Spauracchio della Deflazione

Tuoni, fulmini ed insulti: guai a chi parla di deflazione! Povertà, Terza Guerra Mondiale, gatti che si accoppiano con cani, un ulteriore nobel a Stiglitz e chi più ne ha più ne metta. Ora a parte le varie disgrazie, una delle scuse (o la principale) per il quantitative easing annunciato è proprio il rischio di finire in deflazione; e visto che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, analizziamo cosa sia in realtà la deflazione ed a chi fa realmente male.
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di William L. Anderson


I Paul Revere dell'economia stanno cavalcando i loro cavalli avvertendo gli americani che: "Sta arrivando la deflazione! Sta arrivando la deflazione!" Da Paul Krugman a Joseph Gagnon ai vari divulgatori di notizie mainstream, il messaggio è lo stesso — il governo ha bisogno di indurre inflazione ora, oppure l'economia affonderà ulteriormente nel Mare della Disperazione e la disoccupazione aumenterà.

Un recente articolo dagli Stati Uniti dichiarava:
"Quando i prezzi delle macchine o dei maglioni o degli iPod cala, è una svolta per i consumatori ed un segnale positivo che la produttività economica sta migliorando. Ciò aiuta a far aumentare gli standard di vita. Ma quanto il prezzo di tutto crolla, è uno sviluppo allarmante che lascia presagire una stagnazione".


L'indice dei prezzi al consumo, che misura l'inflazione, cala di tanto in tanto, di solito quando c'è un grande crollo nel prezzo di beni instabili come l'energia ed il cibo. Ma non c'è stata una deflazione sostenuta in America si dai primi anni del 1930. Ora potremmo essere sull'orlo di un'altra avventura economica snervante. L'inflazione negli ultimi 12 mesi è stata uno scarso 1,1%, il che è sotto il livello che molti economisti considerano ottimale. E senpre quest'anno l'inflazione su una base mensile è stata negativa tanto spesso quanto è stata positiva. Le probabilità sono crescenti che la bassa inflazione possa diventare deflazione — con alcuni economisti preoccupati che tale meccanismo sia già iniziato.

L'articolo continua:
"I prezzi in caduta incidono sulle entrate delle aziende che costruiscono le cose e provvedono ai servizi, così hanno bisogno di tagliare i costi per rimanere redditizie. Ciò di solito porta a licenziamenti e tagli di stipendio. Quando le persone portano a casa meno denaro, immutabilmente si sentono peggio e comprano di meno. Così la domanda per i prodotti cade ulteriormente, forzando anche più profondi tagli ai prezzi per attirare i consumatori. Rompere il ciclo diventa un gioco distruttivo tra le compagnie ed i consumatori, con nessuna delle due parti che vuole fare il primo passo".


Ma non sono solo i giornalisti che lanciano l'allarme. Gagnon scrive:
"E' ora evidente che la deflazione è un rischio più serio dell'inflazione per l'economia degli Stati Uniti. Gli ultimi dati mostrano cali generali nei prezzi di consumo e di produzione. Persino dopo le componenti alimentari ed energetiche, l'inflazione sottostante ha avuto un andamento ben al di sotto del 2% che le banche centrali vedono come ottimo per la crescita economica e che la FED ha adottato come suo scopo".


Sfortunatamente tutti questi avvertimenti falliscono nel notare cosa Frédéric Bastiat una volta scrisse su cosa è visto e cosa non è visto. Tutti gli scritti anti-deflazione/pro-inflazione (e ciò include tutto quello che attualmente Paul Krugman sta dicendo) si basano unicamente sugli effetti iniziali sia dell'inflazione che della deflazione. Sappiamo che nei primi stadi dell'inflazione l'attività economica migliora, appena il boom inizia. Successivamente, come gli economisti Austriaci hanno fatto notare tante volte, il boom non è sostenibile. Appena la crisi inizia, i guadagni economici iniziali sono ritenuti ormai illusori ed alla fine l'economia affonda nella recessione.

Gli scritti pro-inflazione dell'attuale classe di "esperti" economici dimostra un grande fraintendimento del ruolo del denaro nell'economia. Nella sua forma più grezza questa visione è basata sulla credenza che un'aggiunta di denaro all'economia è un'aggiunta di ricchezza stessa, sebbene dubito seriamente che Gagnon o Krugman ammetterebbero una simile cosa.

Ci sono alcuni argomenti istruttivi qui, il più importante è la spiegazione di cosa realmente accade durante un periodo di deflazione — un'intero periodo — in opposizione a come la maggior parte degli economisti (specialmente i Keynesiani) e dei giornalisti, senza menzionare tutti gli altri, lo spiega.

La cosa importante che molte persone non capiscono è che l'inflazione e la deflazione hanno un profondo effetto sui fattori di produzione. Inoltre le persone non capiscono che durante il corso di un periodo sia deflazionistico sia inflazionistico, gli aggiustamenti dei fattori sono continuo ed i primi stadi di entrambe le situazioni non sono permanenti.

Quando pensiamo ai prezzi che salgono o scendono, generalmente ci stiamo riferendo ai prezzi di consumo e sicuramente sono influenzati da inflazione e deflazione. Comunque questa è solo una parte dell'equazione. Visto che così tante analisi economiche di mainstream sono fatte con prezzi di fattori "dati" o presumendo che i fattori siano omogenei, gli effetti più importanti dell'inflazione e della deflazione spesso sono riconosciuti dagli economisti di "professione" o dalla gente comune.


L'Analisi di Rothbard

Un'economista che non commise l'errore di guardare agli effetti dei cambiamenti monetari sui fattori fu Murray N. Rothbard, ed il suo classico Man, Economy, and State affronta questi argomenti in grande dettaglio. Ovviamente un breve articolo come questo non può dare giustizia a tutte le spiegazioni di Rothbard, così io vi raccomando fortemente di sedervi e leggerlo nella sua interezza.

In questo articolo, comunque, evidenzierò perchè le spiegazioni di Rothbard sull'inflazione e deflazione sono più complete e più accurate rispetto a cosa vediamo nel mainstream oggi. Primo, Rothbard affronta l'inflazione ed i suoi effetti nell'economia. Egli scrive:
"L'espansione del credito ha, ovviamente, lo stesso effetto come qualsiasi tipo di inflazione: i prezzi tendono a salire appena la massa monetaria aumenta. Come qualsiasi inflazione è un processo di redistribuzione, in base a cui gli inflattori, e la parte dell'economia che vende a loro, guadagna a spese di coloro che vengono alla fine della linea nel processo di spesa. Questo è l'incantesimo dell'inflazione — per i beneficiari — e la ragione per cui è stata così popolare, particolarmente sin da quando i moderni processi bancari hanno camuffato il suo significato per coloro che ci perdono e che sono rimossi dalle operazioni bancarie. I guadagni per gli inflattori sono visibili ed enormi; le perdite per gli altri nascoste e non viste, ma efficaci malgrado tutto. Proprio come metà dell'economia è formata da contribuenti e consumatori di tasse, così metà dell'economia sono pagatori d'inflazioni ed il resto consumatori d'inflazione.

La maggior parte di questi guadagni e perdite saranno "a breve termine" oppure "uniche"; accadranno durante il processo d'inflazione, ma cesseranno dopo che il nuovo equilibrio monetario sarà raggiunto. Gli inflattori fanno i loro guadagni, ma dopo che la nuova massa monetaria è stata diffusa in tutta l'economia, i guadagni e le perdite inflazionistiche sono finite".

Difatti ciò è precisamente il perchè così tante persone che hanno beneficiato dall'inflazione stanno chiamando un'altro giro. Mentre le autorità politiche e monetarie continuano ad inflazionare, Rothbard nota che le seguenti cose accadono, cose che apparentemente sono invisibili agli economisti non allenati a vedere gli effetti dell'inflazione sui fattori:
"L'inflazione cambia anche il rapporto di mercato tra consumi/investimenti. In superficie sembra che l'espansione del credito incrementa enormemente il capitale, poichè il nuovo denaro entra nel mercato come l'equivalente di nuovi risparmi per il prestito. Dal momento che il nuovo "denaro della banca" è apparentemente aggiunto all'offerta dei risparmi nel mercato del credito, il mondo degli affari può prendere in prestito ad un tasso d'interesse più basso; da qui l'espansione del credito inflazionistica pare offrire la scappatoia ideale dalla preferenza intertemporale, come anche un'inesauribile fonte di capitale aggiunto".

Anche questa attività economica sembrerà proficua all'inizio, coinvolgendo più aziende nell'industria. Rothbard continua:

"Al contrario ci sarà un'insufficienza di investimenti altrove. Così l'errore distorce il sistema di mercato dell'allocazione delle risorse e riduce la sua efficienza nel soddisfare il consumatore. L'errore sarà anche più grande in quelle aziende con una proporzione più grande di beni strumentali da produrre, ed in egual modo gli effetti distorsivi avranno luogo tramite gli eccessivi investimenti nelle industrie pesantemente "capitalizzate", compensati da scarsi investimenti altrove".


A questo punto la crisi è inevitabile e può essere solo stoppata quando i cattivi investimenti stessi sono fermati. Sfortunatamente, come abbiamo visto, le persone in queste industrie (specialmente se sono politicamente ben connesse, come abbiamo visto nei debacle della General Motors/Chrysler e di Wall Street ed i relativi salvataggi) sono spesso in grado di convincere le autorità per continuare a sostenere questi cattivi investimenti togliendo le risorse dalle aziende relativamente sane e dagli individui. In altre parole spesso hanno successo nel continuare il trasferimento, non con l'inflazione di per se, ma con mezzi più espliciti di espropriazione della proprietà.

Questo è dove siamo oggi e possiamo vederne i risultati. Comunque c'è realmente una cura, anche se persone come Gagnon e Krugman non possono vederlo — la deflazione. Ancora una volta la lucida analisi di Rothbard ci mostra la strada.

Primo, Rothbard evidenzia che la deflazione è uno sviluppo secondario; cioè viene dopo l'iniziale crisi dei cattivi investimenti ed è un'effetto, non una causa, del ribasso. Egli scrive:
"Dopo che la crisi arriva e la depressione inizia, vari sviluppi secondari spesso avvengono. In particolare, per ragioni che discuteremo più giù, la crisi è spesso segnata non solo da un'arresto dell'espansione del credito, ma da una reale deflazione — una contrazione nella quantità di denaro. La deflazione causa un'ulteriore calo nei prezzi. Qualsiasi aumento nella domanda di denaro accelererà l'aggiustamento a prezzi più bassi. Inoltre quando la deflazione avviene dapprima nel mercato dei prestiti, per esempio, come la contrazione del credito da parte delle banche — e questo è quasi sempre il caso — ciò avrà l'effetto benefico di accelerare il processo di aggiustamento della depressione".


La maggior parte delle persone, inclusa la maggioranza degli economisti, commette un'errore quando fallisce nel vedere che gli effetti iniziali non sono permanenti, a patto che il governo e le autorità monetarie permettano che questi aggiustamenti avvengano. Proprio come l'inflazione ha un'effetto reale e doloroso sui relativi valori di produzione, anche la deflazione ha un'effetto sui fattori, ma l'effetto nel tempo è di ritornare a quei fattori con i loro corretti valori proporzionali, secondo le preferenze del consumatore.

Per metterla in un altro modo l'economia proprio ora ha bisogno di deflazione, anche se tutte le voci delle persone stanno gridando che la cosa di cui abbiamo realmente bisogno è che l'economia si prenda un'altra "bevanda alcolica che si dice curi la sbornia". Rothbard spiega:
"Proprio come l'inflazione è generalmente popolare per il suo effetto narcotico, la deflazione è sempre altamente impopolare per le ragioni opposte. La contrazione di denaro è visibile; i prezzi cadono per coloro i cui benefici venivano dal comprare per primi e chi perde denaro per ultimo rimane nascosto. E le illusorie perdite della deflazione fanno credere al mondo degli affari che le proprie perdite sono più grandi, o i profitti più piccoli, rispetto a quello che effettivamente sono e ciò aggraverà il pessimismo finanziario.

E' vero che la deflazione prende da un gruppo e da ad un altro, come fa l'inflazione. Ma non solo fa contrarre il credito velocizzando la ripresa e neutralizza le distorsioni del boom, ma anche, in un senso più ampio, porta via da coloro che originalmente guadagnavano con la coercizione e dà benefici a coloro che originalmente erano costretti a perdere. Mentre ciò non sarà vero per certo in ogni caso, nel senso più ampio gli stessi gruppi avranno benefici e perdite, ma in modo invertito da quello degli effetti redistributivi dell'espansione del credito. I gruppi con entrate fisse, vedove ed orfani guadagneranno, mentre aziende e possessori dei fattori originali che precedentemente raccoglievano i guadagni dall'inflazione perderanno. Più a lungo l'inflazione è continuata, ovviamente, meno gli stessi individui saranno retribuiti.

Alcuni potrebbero obiettare che la deflazione "causa" disoccupazione. Comunque, come abbiamo visto sopra, la deflazione può portare ad una continua disoccupazione solo se il governo o i sindacati mantengono i saggi salariali al di sopra del valore marginale dei prodotti del lavoro. Se ai saggi salariali è permesso di cadere liberamente, non avverrà nessuna disoccupazione continuata".


Comunque i Keynesiani di oggi (ed altri cosidetti economisti mainstream di libero mercato) affermano che questa spirale al ribasso vada avanti per sempre, finchè l'economia è impantanata in una depressione al ungo termine. Non è così, dice Rothbard:

"Infine la contrazione deflazionistica del credito è necessariamente e severamente limitata. Mentre il credito può espandersi...praticamente all'infinito, il credito in circolazione può solo contrarsi tanto in basso quanto la quantità totale della moneta in circolazione. In breve, il limite massimo possibile è dato dall'eradicazione di tutta l'espansione del credito precedente".


In altre parole, contrariamente all'attuale serie di "esperti", questa economia ha bisogno di un serio attacco di deflazione per sradicare il resto dei cattivi investimenti e permettere all'economia di riprendersi per davvero. Sfortunatamente abbiamo visto che le autorità vanno dall'altra parte, provando ad inflazionare (chiamandolo "stimolo") e poi guardare i tassi di disoccupazione aumentare e la fiducia diminuire.

Proprio ora gli Austriaci sembrano essere la versione economica di Cassandra, prevedendo il futuro e dando consigli ragionevoli, solo per essere rigettati dalla maggior parte degli economisti accademici e sicuramente dai politici. Krugman lo scorso anno ha chiesto che il governo "fermasse il dolore" tramite l'inflazione ed incrementi stratosferici nella spesa del governo.

Sfortunatamente più dosi di inflazione non fermeranno il dolore, almeno non a lungo, e più il governo inflaziona e spende incautamente, peggiore il dolore sarà. La cura "vera" per l'inflazione sarà ciò che rende l'economia più malata. Comunque se vorremmo sperimentare il vero dolore economico solo un pò di più, una reale ripresa sarebbe dietro l'angolo. Infatti se le autorità più di due anni fa avessero concordato sul fermare l'idiozia derivata dalla promozione di inflazione e cattivi investimenti, ora saremmo in ripresa.

Sfortunatamente non ci sarà nessuna ripresa, almeno per un lungo periodo di tempo. La deflazione è la risposta, ma pochi stanno ascoltando. Rothbard capì questo fatto profondamente. Coloro che rigettano la sua saggezza vivranno con il rimorso di ciò.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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