domenica 9 ottobre 2011

Operazione Logica Contorta

Come ho già scritto altrove, preparate i pop-corn ed avvicinatevi ad una sedia, vi servirà. Ecco l'ennesima prova che lo zio Ben ormai non sa più dove sbattere la testa. L'Operazione Twist lanciata da poco è un remix di una politica monetaria (fallimentare) degli anni '60. La Federal Reserve di San Francisco ha spiegato di cosa si trattasse. Perché fallimentare? Basta dare un'occhiata a questo documento dove si dichiara palesemente: "L'Operazione Twist, in larga parte dovuta al lavoro di Modigliani e Sutch, è ampiamente vista oggi come un fallimento." La prima Operazione Twist fu di $8.8 miliardi. Quella di oggi è di $400 miliardi. E chi era uno dei redattori di questo documento? Ebbene si, proprio lo zio Ben! Lui è lo scienziato e l'economia Americana è il suo laboratorio. Adesso vuole provare se l'Operazione Twist può funzionare se gonfiata la liquidità annessa (in puro stile Keynesiano). "Se una cosa non funziona, allora intensifichiamola!" Mi raccomando di annettere una sonora risata la prossima volta che sentirete parlare di volatilità dell'economia.
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di Detlev Schlichter


[Detlev Schlichter presenterà un seminario on-line su Mises Academy Venerdì 30 Settembre.]


La scorsa settimana la Federal Reserve non ha per nulla sorpreso. La sua nuova politica era attesa dal mercato e da quelle persone che ancora seguono con interesse ogni mossa della banca centrale e, posso solo supporre, che vivono nella convinzione errata che abbia la risposta ai nostri problemi. Come parte "dell'Operation Twist", la Fed acquisterà $400 miliardi di titoli di Stato a lunga scadenza e venderà nei prossimi nove mesi un numero equivalente di titoli a breve scadenza dal suo ampio portafoglio. L'operazione è volta a ridurre i tassi di mercato a lungo termine e ad appiattire la curva dei rendimenti. Nella loro infinita saggezza, i burocrati nella commissione della banca centrale hanno deciso che qui c'era un'altra serie di prezzi di mercato che richiedevano un pò del loro astuto aggiustamento, o almeno una dolce guida.

La FED ha recentemente acquisito un certo gusto nel correggere i prezzi di mercato. Ricordate che l'obiettivo del primo giro di monetizzazione del debito — eufemisticamente chiamato "alleggerimento quantitativo" — era stato quello liberare i bilanci delle banche dai rifiuti tossici accumulati durante il boom e quindi impedire alle banche di scaricare i titoli ipotecari indesiderati sul mercato a prezzi molto bassi, che non solo avrebbero creato un buco considerevole nel loro capitale ma avrebbero anche rivelato la mancanza di una vera domanda per questi titoli. Ciò ha richiesto la stampa da parte della FED di un bel trilione di dollari — centinaio di miliardi in più, centinaio di miliardi in meno — e ha fornito un bel sussidio al sistema finanziario Americano sotto pressione. Il secondo giro di monetizzazione del debito — QE2 — era esattamente volto a manipolare i prezzi dei titoli del Tesoro. I rendimenti del Tesoro non erano semplicemente in linea con quanto la commissione aveva ritenuto appropriato per la ripresa pianificata e dovevano essere quindi livellati verso il basso. Altri $600 miliardi dovevano essere stampati per questa iniziativa.

A beneficio di quegli Americani che cominciavano ormai a percepire che la politica monetaria degli Stati Uniti stava acquisendo l'odore di quella di Weimar, e che sostenevano ancora la pittoresca idea che la fissazione dei prezzi degli asset e dei rendimenti, proprio come qualsiasi altro prezzo, era meglio che fosse lasciata al mercato, il presidente della FED Ben Bernanke, in un editoriale sul Washington Post del Novembre 2010, enunciò i vantaggi della manipolazione dei prezzi da parte della banca centrale (lo so, lo so, voi lettori dei file di Schlichter avete letto questa citazione già un paio di volte. Ma è semplicemente troppo delizioso non farsi scappare una qualunque occasione per citarla di nuovo):

Condizioni finanziarie più facili promuoveranno la crescita economica. Per esempio, tassi ipotecari bassi renderanno gli immobili più accessibili e consentiranno a più proprietari di rifinanziare le case. Bassi tassi dei bond aziendali incoraggeranno gli investimenti. E prezzi più alti delle azioni aumenteranno la ricchezza del consumatore ed aiuteranno ad aumentare la fiducia, che può anche stimolare la spesa. Una maggiore spesa porterà a redditi più alti e profitti che, in un circolo virtuoso, continueranno a sostenere l'espansione economica.


Bè, il circolo virtuoso non è ancora arrivato. I difensori di questa politica sosterranno che le cose sarebbero peggiori senza di essa, e che per un po' "l'alleggerimento quantitativo" ha stimolato i mercati azionari ed altri asset rischiosi. Urrà! Anche se va detto che l'idea che noi, la gente, possa essere facilmente convinta a sentirsi fiduciosa e ad agire in modi più economicamente espansivi attraverso la manipolazione dei prezzi di mercato mi sembra un po' condiscendente e arrogante. Ma stiamo parlando di una agenzia di stato qui, quindi non dovremmo essere sorpresi.

L'intero programma strategico della FED soffre dello stesso difetto che soffrono tutti gli interventi di mercato. Nel momento in cui si smette di intervenire, i problemi di fondo vengono a galla di nuovo. Basta guardare alla breve durata dei risultati del QE2. La fissazione amministrativa dei prezzi non cambia la realtà economica, almeno non per il meglio. L'interventista deve continuare ad intervenire e farlo ad un ritmo accelerato.

Sorprendentemente poche persone sembrano disposte a chiedere quale sia esattamente il problema economico di fondo. Fino a quando evitiamo questa semplice domanda e parliamo superficialmente di una crescita lenta, del rischio di un "doppio fondo" e della necessità di uno "stimolo", credo che la Fed continuerà a farla franca impersonificando l'immagine, nel peggiore dei casi, di un innocente spettatore o, nella migliore delle ipotesi, di una burocrazia con buone intenzioni che continua a cercare di combattere la recessione, esplorando diligentemente tutti gli strumenti politici disponibili. Secondo questo punto di vista popolare, le nostre difficoltà economiche sembrano raggiungerci come un cattivo raccolto o un'invasione aliena. Paiono essere interamente esogene, e la FED è la nostra amica che ci aiuta ad uscire da questo casino.

La realtà è diversa. Come tutte le burocrazie statali, la FED è infatti alle prese con problemi che sono prevalentemente creati da lei. La FED è la ragione per cui siamo in questa crisi. O, più specificamente, l'attuale crisi economica è l'inevitabile conseguenza della decisione politica di adottare un sistema di denaro fiat senza vincoli e in continua espansione, in cui la banca centrale, nel suo ruolo di prestatore di ultima istanza, favorisce sistematicamente i prestiti bancari e di conseguenza l'estensione del credito basato sulla stampa di denaro, piuttosto che sui risparmi veri. Questo sistema è sbocciato pienamente solo nel 1971, quando Nixon recise l'ultimo legame con l'oro ed avviò così, per la prima volta nella storia, un sistema globale di creazione illimitata di denaro.

I nostri problemi attuali comprendono enormi livelli di indebitamento, ora prevalentemente debito del settore pubblico, debolezza delle istituzioni finanziarie e mercati degli asset distorti. Sulla loro scala attuale questi problemi sarebbero inconcepibile senza un sistema di denaro fiat completamente elastico e periodi continui di tassi di interesse artificialmente bassi. L'abbandono dell'ancora dell'oro ha permesso alla FED e ad altre banche centrali, di deprezzae il credito e favorire i prestiti per periodi di una durata senza precedenti. Oggi la FED ci promette una via d'uscita dalla crisi, fornendo una politica monetaria accomodante. Ciò non è certo originale. La FED ha praticamente sempre fornito una politica accomodante. La politica accomodante è stata la ragion d'essere della FED. La FED è stata fondata nel 1913 per sostenere la creazione di moneta e di credito delle banche e per evitare le correzioni del credito. La moneta merce dura ed inflessibile è ora stata sostituita in tutto il mondo con il denaro fiat sotto il controllo delle banche centrali in modo che il livello dei tassi di interesse e la disponibilità di credito nell'economia non siano più vincolati alla misura del risparmio volontario, ma possano essere determinati in via amministrativa dalla banca centrale al fine di una maggiore crescita.

Quando Nixon sganciò il dollaro dall'oro a livello internazionale, la base monetaria e le riserve bancarie negli Stati Uniti, cioè la parte della massa monetaria totale che la FED controlla direttamente, era di $69.8 miliardi. Dieci anni dopo era di $147 miliardi, dieci anni più tardi era di $319.7 miliardi, dieci anni più tardi era di $645.1 miliardi, ed il mese scorso, esattamente 40 anni dopo che il dollaro è stato "liberato" dall'oro, era di $2,679.5 miliardi. Come tutti gli interventisti, la FED deve correre sempre più velocemente per evitare che le leggi dell'economia si mettano al passo con le conseguenze indesiderate dei suoi interventi.

"L'Operazione Twist" è un altro tentativo di mantenere bassi i tassi di interesse e di incoraggiare i prestiti quando la crisi attuale è infatti il risultato di bassi tassi di interesse e di un indebitamento eccessivo. L'unica soluzione ai nostri problemi è quella di fermare la stampa di quantità sempre maggiori di denaro e consentire finalmente al mercato di fissare i tassi di interesse e purificare l'economia dalle sue dislocazioni accumulate.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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