lunedì 23 marzo 2015

Il dollaro morirà in silenzio, non col botto





di James Rickards


La stessa forza che ha reso il dollaro la valuta di riserva mondiale, lo detronizzerà.

Il 22 luglio 1944 segnò la conclusione ufficiale della Conferenza di Bretton Woods nel New Hampshire. C'erano 730 delegati provenienti da 44 nazioni presso il Mount Washington Hotel per elaborare un nuovo sistema monetario internazionale.

I delegati erano ben consapevoli che i fallimenti del sistema monetario internazionale dopo la prima guerra mondiale, avevano contribuito allo scoppio della seconda guerra mondiale. Erano determinati a creare un sistema più stabile che avrebbe permesso di evitare guerre valutarie, guerre commerciali e altre disfunzioni che avrebbero potuto portare ad una guerra.

Fu a Bretton Woods che il dollaro venne ufficialmente designato valuta di riserva mondiale — una posizione che detiene ancora oggi. Con il sistema di Bretton Woods, tutte le principali valute vennero ancorate al dollaro ad un tasso di cambio fisso. Il dollaro venne ancorato all'oro al prezzo di $35 l'oncia. Le altre valute avevano un valore fisso rispetto all'oro grazie al loro peg col dollaro.

Le altre valute avrebbero potuto svalutarsi rispetto al dollaro, e quindi rispetto all'oro, se avessero ricevuto l'autorizzazione da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Tuttavia il dollaro non poteva essere svalutato, almeno in teoria. Era la chiave di volta dell'intero sistema — destinato ad essere ancorato stabilmente all'oro.

Dal 1950-1970 il sistema di Bretton Woods funzionò abbastanza bene. I partner commerciali degli Stati Uniti che guadagnavano dollari, potevano redimerli in oro a tasso fisso presso il Tesoro degli Stati Uniti.

Nel 1950 gli Stati Uniti avevano circa 20,000 tonnellate d'oro. Nel 1970 tale ammontare si ridusse a circa 9,000 tonnellate. Le 11,000 tonnellate mancanti finirono nelle mani dei partner commerciali degli Stati Uniti, soprattutto in quelle di Germania, Francia e Italia, che guadagnavano dollari e li cambiavano in oro.

La sterlina britannica aveva già ricoperto il ruolo di valuta di riserva mondiale a partire dal 1816, dopo la fine delle guerre napoleoniche e l'adozione ufficiale del gold standard da parte del Regno Unito. Molti osservatori presumono che la conferenza di Bretton Woods del 1944 fu il momento in cui il dollaro sostituì la sterlina come valuta di riserva mondiale. In realtà tale sostituzione fu un processo che durò 30 anni, 1914-1944.

Il vero punto di svolta fu il periodo luglio-novembre 1914, quando un panico finanziario causato dall'inizio della prima guerra mondiale portò alla chiusura delle borse di Londra e New York e ad una folle corsa in tutto il mondo per entrare in possesso del metallo giallo. In un primo momento gli Stati Uniti rimasero a corto d'oro. La Borsa di New York era stata chiusa in modo che i cittadini europei non potessero vendere azioni americane e convertire il ricavato in oro.

Ma nel giro di pochi mesi le massicce esportazioni americane di cotone e di altri prodotti agricoli verso il Regno Unito, produssero enormi surplus commerciali. L'oro cominciò ad invertire la rotta, dall'Europa alle banche degli Stati Uniti, finanziando gli enormi prestiti di guerra a Regno Unito e Francia. Alla fine della prima guerra mondiale, gli Stati Uniti erano un importante paese creditore e una grande potenza colma d'oro. La percentuale di dollari nel totale delle riserve mondiali iniziò a salire.

Barry Eichengreen ha documentato come il dollaro e la sterlina si diedero il cambio nel corso dei 20 anni successivi alla prima guerra mondiale. In realtà, il periodo 1919-1939 fu quello in cui il mondo ebbe due valute di riserva mondiale — dollari e sterline.

Infine, nel 1939, l'Inghilterra sospese le spedizioni d'oro a causa del suo coinvolgimento nella seconda guerra mondiale e ciò intaccò seriamente il ruolo della sterlina come riserva di valore affidabile (a parte in Australia, Canada e altre nazioni del Commonwealth). La conferenza di Bretton Woods riconobbe ufficialmente il nuovo predominio del dollaro.

Il significato del processo attraverso il quale il dollaro ha sostituito la sterlina nel corso di quei 30 anni, ha enormi implicazioni ancora oggi. Lo spodestamento del dollaro come valuta di riserva globale non sarà necessariamente qualcosa che accadrà all'improvviso, ma è più probabile che sia un processo lento e costante.

I segni di ciò sono già visibili. Nel 2000 i dollari ricoprivano circa il 70% delle riserve mondiali. Oggi questa cifra è scesa a circa il 62%. Se questa tendenza continuerà, in un futuro non troppo lontano si potrà assistere al raggiungimento della soglia del 50%.

E' altrettanto ovvio che oggi un grande paese creditore sta emergendo per sfidare gli Stati Uniti, così come questi ultimi avevano sfidato la Gran Bretagna nel 1914. Questa potenza è la Cina. Gli Stati Uniti fecero registrare enormi afflussi d'oro nel 1914-1944. La Cina li sta facendo registrare oggi.

La Cina ha riferito ufficialmente di avere 1,054 tonnellate metriche d'oro nelle sue riserve. Tuttavia questi dati sono stati aggiornati nel 2009, e sin da allora la Cina ne ha acquisite migliaia di tonnellate senza segnalarle al FMI o al World Gold Council.

In base ai dati disponibili sulle importazioni e sulla produzione delle miniere cinesi, è possibile stimare che le riserve auree effettive (statali e private) superino le 8,500 tonnellate metriche, come mostrato nel seguente grafico.

Presumendo che la metà sia di proprietà dello stato e l'altra metà sia in mani private, allora la posizione dello stato cinese supera le 4,250 tonnellate, con un incremento di oltre il 300%. Ovviamente queste cifre sono solo stime, perché la Cina opera attraverso canali segreti e non riporta ufficialmente le sue riserve auree, tranne in rari intervalli.




Questa acquisizione non è il risultato di un gold standard formale, ma sta accadendo di nascosto. La Cina sta usando l'intelligence, i mezzi militari, le operazioni segrete e la manipolazione del mercato. Ma il risultato è lo stesso. L'oro sta finendo in Cina oggi, proprio come l'oro finiva negli Stati Uniti prima di Bretton Woods.

La Cina non è la sola a sforzarsi di ottenere lo status di creditore e ad acquisire oro. Negli ultimi cinque anni la Russia ha raddoppiato le sue riserve auree e ha poco debito estero. Anche l'Iran ha importato grandi quantità d'oro, per lo più attraverso la Turchia e Dubai, anche se nessuno sa l'importo esatto poiché le importazioni d'oro iraniane sono un segreto di stato.

Altri paesi, tra cui i membri BRICS Brasile, India e Sud Africa, si sono uniti a Russia e Cina per erigere istituzioni che potrebbero sostituire i prestiti del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e quelli della Banca Mondiale. Tutti questi Paesi sono chiaramente desiderosi di liberarsi dal dominio del dollaro.

La sterlina aveva un solo rivale nel 1914: il dollaro USA. Oggi il dollaro deve affrontare una serie di avversari — Cina, Russia, India, Brasile, Sud Africa, Iran e molti altri. Inoltre c'è la super-moneta mondiale, i Diritti Speciale di Prelievo (DSP), che potrbbe essere utilizzata per ridurre il ruolo del dollaro. Gli Stati Uniti stanno facendo il gioco dei propri rivali continuando ad avere deficit commerciali, deficit di bilancio e un enorme debito estero.

Quali sono le implicazioni per il vostro portfolio? Ancora una volta, la storia è una maestra di vita.

Durante gli anni di gloria della sterlina, il suo valore di cambio era notevolmente stabile. Nel 2006 la Camera dei Comuni britannica ha rilasciato un indice di prezzo relativo alla sterlina che copre il periodo 1750-2005.




L'indice ha un valore di 5.1 nel 1751. Ci sono fluttuazioni dovute alle guerre napoleoniche e alla prima guerra mondiale, ma nel 1934 l'indice faceva ancora segnare 15.8, il che significa che i prezzi erano triplicati solo in 185 anni.

Ma una volta che la sterlina ha perso il suo ruolo di valuta di riserva mondiale, l'inflazione è esplosa. L'indice ha raggiunto 757.3 nel 2005. In altre parole, i prezzi sono aumentati del 200% nei primi 185 anni, quando la sterlina era la valuta di riserva mondiale, e sono saliti del 5,000% nei 70 anni successivi.

La stabilità dei prezzi sembra essere la norma per quella moneta con lo status di riserva mondiale, ma una volta che lo perde l'inflazione recupera il tempo perduto.

Il declino del dollaro come valuta di riserva mondiale è iniziato nel 2000, con l'avvento dell'euro, e ha accelerato nel 2010 con l'inizio di una nuova guerra valutaria. Tale calo viene ora amplificato dall'emergere della Cina come grande creditore e potenza aurea. Per non parlare delle azioni di una nuova alleanza anti-dollaro costituita dai BRICS, dall'Iran e da altri. Se la storia è una guida, l'inflazione negli Stati Uniti sarà una triste conseguenza.

Nella sua poesia del 1925, The Hollow Men, T.S. Eliot scriveva: "Questo è il modo in cui finisce il mondo / Non con un botto, ma con un lamento." Quelli in attesa di un crollo improvviso del dollaro non stanno osservando il suo declino costante. Il crollo del dollaro è già iniziato. Adesso è tempo di acquistare un'assicurazione contro l'inflazione.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. dubito che l euro abbia segnato l inizio del declino del dollaro, ma nel contesto è irrilevante.
    cosa si ricava da questo bell articolo?
    1. l oro salira quando il dollaro sarà sopravanzato
    2. l america ancora è forte, molto. in tante cose. ci vorranno almeno 20 anni. sara un riequilibrio progressivo e non penso si assitera ad un inflazione pari a quella inglese, piuttosto a qualcosa di rilevante ma piu dolce.
    3. l oro segue i flussi di commercio (ovviamente) i quali sono determinati dalle guerre almeno in misura pari che dal commercio. essendo improponibile un conflitto globale, viene sostituito dalle guerre diffuse per l imposizione del mezzo di scambio a sua volta utile alla vittoria dell ideologia che lo rappresenta. salvo tradimenti alleanze

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  2. Sono perplesso. Fine del dollaro con l'euro più forte? Magari fosse la fine del fiatmoney e del sistema di redistribuzione down-top!
    Ma non ci credo. E l'abbiamo già detto altre volte, il prossimo passo, se riesce, e' una qualche forma di unione tra dollaro euro (e forse pure lo yen). Una valuta occidentalista, ancora tutta politica, da contrapporre ai BRICS.
    Ma il futuro è imprevedibile e complesso. Staremo a vedere. Anche perché con gli USA così messi non è che gli eurofurbi ci pensino due volte a relazionarsi coi Cinesi

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  3. Ciao a tutti.

    Lo scenario di gdb è quello decisamente più verosimile, ma Dna ha aggiunto un altro elemento. In realtà questo sarà un discorso che potemmo approfondire con l'articolo di domani, perché dal punto di vista geo-economico la Cina continua a guadagnare terreno. Sebbene sia remoto che qualcuno di questi paesi dei BRICS possa adottare un gold standard a tutti gli effetti (il mondo è ancora dominato dai banchieri centrali, non dimentichiamocelo, e loro odiano l'oro e tutto ciò che pone limiti alla loro capacità d'azione), credo si possa ridurre tutto ad una questione tra quelle nazioni che procederanno verso un soft-landing e quelle a cui capiterà un hard-landing.

    Lo SCO, il nuovo gold fix di Londra, il settlement dei debiti internazionali in yuan e la corsa asiatica all'oro rappresentano delle misure attraverso le quali rendere la race to debase nel mercato monetario meno dolorosa possibile.

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