sabato 7 gennaio 2012

Immigrazione e Colpa Mal Direzionata

Non è una novità. Oggi più che mai abbiamo la conferma che la proprietà privata non esiste. Se non bastassero le tasse a dimostrarlo, ci sono sempre i prelievi coatti dai conti correnti di cui siamo stati testimoni nel corso degli anni (per non parlare del provvedimento sul limite di pagamento a €1,000). Questi "indizi" dovrebbero far capire anche ai più tontoloni cosa voglia dire vivere in "democrazia". Oltre alla facoltà di intraprendere liberi scambi (anche per quanto riguarda il lavoro), siamo stati privati anche della proprietà dei nostri corpi; il tutto in modo che qualche pianificatore possa abusarne. Poi se si reagisce al furto, si dirà che la società è sprofondata nel "Far West". E come se non bastasse, ci sono i soliti pirla che si flagellano in pubblico decantando le lodi dello stato e fustigandosi in gruppo per essere più "coesi". Mentre si possono avere dubbi sui disperati che sbarcano dai gommoni, la categoria precedente è sicuro che voglia fotterti.
__________________________________________________________


di Joel Poindexter


I conservatori amano elogiare il libero mercato. Spesso sono pronti a difendere le imprese da una maggiore regolamentazione e tassazione, e in generale si oppongono all'intervento sul mercato. Tuttavia, nel caso dei lavoratori irregolari, questi sostenitori del libero mercato diventano improvvisamente ardenti sostenitori della pianificazione centrale economica.

In questo caso condannano coloro che assumono gli "illegali", invocando la chiusura della loro attività, l'imposizione di pesanti multe, e altre misure draconiane. Questo scambio in un recente dibattito del GOP dimostra l'atteggiamento prevalente tra quelli di destra sulla questione.

La prima tesi è che i clandestini stanno infrangendo la legge. Sostengono che non ci possono essere persone che possono eludere il sistema, altrimenti si indebolirebbe lo stato di diritto. Ma le leggi sono legittime solo quando proteggono i diritti naturali degli altri. Tutto il resto è semplicemente malum prohibitum, un espediente dello stato che si fonda esclusivamente sull'esercitare un controllo sui non-violenti. In una società libera, i singoli proprietari deciderebbero chi avrebbe il permesso di entrare e chi no.

Il secondo argomento che i conservatori presentano contro i cosiddetti immigrati clandestini riguarda la disoccupazione. L'affermazione perenne è che se non stessero "prendendo i nostri lavori", allora gli Americani laboriosi potrebbero tornare a lavorare. Ciò è sbagliato per due ragioni. La prima, e più importante, è che un lavoro non può essere rubato. Il datore di lavoro possiede la posizione, e solo lui o lei può decidere chi la ricopre. Il secondo problema con questo punto di vista è che non riesce a spiegare i lavoratori qualificati disoccupati; la maggior parte degli immigrati "illegali" contribuisce con lavoro non qualificato.

L'unico impatto significativo che gli immigrati hanno sul mercato del lavoro è quello di aumentare l'offerta di lavoro, che tende a spingere in basso i salari. Rimanendo tutto il resto uguale, l'unico modo affinché un immigrato possa essere assunto è se sarà disposto ad accettare un salario più basso. Al fine di massimizzare i profitti, gli imprenditori tentano di pagare il salario più basso possibile senza compromettere la produttività marginale. Se un immigrato è disposto a lavorare per meno, ed è abbastanza produttivo, ha senso scegliere solo la manodopera a più basso costo. Miliardi di persone in tutto il mondo compiono questa stessa decisione su base giornaliera durante gli acquisti di beni e servizi — si chiama caccia all'affare.

Quando il proprietario e il dipendente stipulano un accordo, si impegnano semplicemente in uno scambio volontario. Così è come funzionerebbe il mercato in assenza di coercizione dello stato. Si tratta semplicemente di esseri umani che agiscono secondo due dei desideri fondamentali: sopravvivenza economica e migliorare la propria condizione. Nessuno dei due ha violato i diritti naturali di qualsiasi altra persona, quindi non è stato commesso un crimine, e non hanno causato disoccupazione.

L'intervento del governo nel mercato del lavoro porta alla disoccupazione, e ciò include restrizioni su chi può essere autorizzato a lavorare negli Stati Uniti. "Incaponirsi" sull'immigrazione clandestina farebbe indubbiamente peggiorare la situazione. Il tasso di disoccupazione salirebbe, i salari reali diminuirebbero a causa di una diminuzione della produttività e si realizzerebbe un abbassamento generale degli standard di vita. Stiamo già assistendo agli effetti della legislazione che prende di mira gli immigrati clandestini. E' stato recentemente riportato che, grazie ad una legge approvata nel mese di Aprile, gli agricoltori della Georgia hanno dovuto lasciare $75 milioni di prodotti a marcire nei loro campi a causa della carenza di manodopera. Le aziende che hanno licenziato i lavoratori senza documenti per paura di perdere la loro attività potrebbero assumere lavoratori con i documenti, ma probabilmente non sarebbero in grado di sostituirli tutti. Altrimenti è ovvio che lo avrebbero fatto in primo luogo, e sarebbero rimasti entro i confini della legge.

Non è chiaro quale sarebbe il rapporto reale, ma partendo dal presupposto che in alcune industrie tre immigrati clandestini possono essere assunti al posto di due cittadini legali, quando i primi sono licenziati per ospitare i secondi, vediamo che in precedenza vi erano due lavoratori disoccupati, ma ora ce ne sono tre. Dove l'impresa aveva una volta la capacità produttiva di tre operai, ora ha quella di due. Costringere le aziende a licenziare i lavoratori sulla base del loro status di immigrazione difficilmente può considerarsi un modo efficace per abbassare i tassi di disoccupazione ed aumentare la ricchezza reale.

Forse l'unica affermazione ragionevole dei conservatori è che uno paga il sistema tutta la vita, ed è ingiusto che gli immigrati vengano qui illegalmente e beneficino del welfare. Ma questo non è un problema della politica dell'immigrazione; è un problema della politica del welfare del governo. In una società libera, gli individui pagherebbero direttamente per le cose di cui avrebbero bisogno, ed il problema del free riding scomparirebbe.

Un effetto della sostituzione dei lavoratori immigrati già presenti nel paese è quello del probabile aumento della criminalità, come spiega Stefano R. Mugnaini. Questi individui probabilmente non torneranno in patria immediatamente, visti i costi. Molti probabilmente si rivolgerebbero al mercato sotterraneo, ricorrendo alla criminalità reale (malum in se) per sopravvivere. Ancora una volta, vediamo che l'ulteriore intervento continua solamente a causare più problemi.

Molti hanno maldirezionato la loro rabbia verso gli immigrati illegali o le imprese che li assumono. Invece, questa indignazione dovrebbe essere diretta a chi appartiene veramente — lo stato. Piuttosto che insistere con ulteriori interventi come la carta d'identità nazionale o l'E-verify, i conservatori dovrebbero richiedere una riduzione del ruolo del governo. Alexis de Tocqueville fece un'acuta osservazione quando disse "Gli Americani sono così innamorati dell'uguaglianza che preferirebbero essere uguali nella schiavitù piuttosto che impari nella libertà." È giunto il momento che gli Americani capiscano che più della stessa cosa — cioè, più schiavitù — non può assolutamente garantire una maggiore prosperità.

E' chiaro che i problemi attuali possono essere direttamente riconducibili all'interferenza dello stato nel mercato. Se il datore di lavoro e l'impiegato fossero lasciati liberi di negoziare i contratti senza l'intervento del governo, tutti avrebbero davvero pari opportunità, e la massima qualità al miglior prezzo sarebbe sicuramente il risultato. Questa libertà economica è al centro di una società libera, e solo quando il mercato viene separato dallo stato che si realizzerà il suo pieno potenziale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. http://www.kevinmacdonald.net/CofCchap7.pdf

    Questo potrebbe interessarti. È significativo che nessuno dei due partiti ha mai chiesto cosa pensassero i cittadini sulla questione "open borders".

    RispondiElimina
  2. Ciao Anonimo.

    Vedrò di ritagliare il tempo necessario per darci una letta.

    RispondiElimina