mercoledì 1 febbraio 2012

C'è Spazio per un Compromesso col Socialismo?

"[...] Oppio e morfina sono certamente delle droghe pericolose. Ma una volta ammesso il principio che è dovere del governo quello di proteggere l'individuo contro la sua stupidità, non possono essere avanzate serie obiezioni contro ulteriori abusi. Un buon esempio potrebbe essere il divieto di alcol e nicotina. E perché limitare la provvidenza benevola del governo alla sola protezione del corpo di un individuo? Il danno che un uomo può infliggere alla sua mente e all'anima non è più disastroso di quello fisico? Perché non impedirgli di leggere libri brutti e guardare film brutti, di osservare quadri e statue brutti, e di ascoltare musica brutta? Certamente, il male arrecato da pessime ideologie è molto più pernicioso, sia per l'individuo e che per l'intera società, di quello arrecato dagli stupefacenti.Questi timori non sono solo dei fantasmi immaginari che terrorizzano i dottrinari solitari. Il fatto è che nessun governo paterno, antico o moderno, non si è mai tirato indietro dall'irreggimentare le menti dei suoi sudditi, le credenze e le opinioni. Se si elimina la libertà dell'uomo di determinare il proprio consumo, gli si toglie tutta la libertà. Gli ingenui sostenitori dell'intervenstismo del governo nei consumi si illudono quando trascurano quello che chiamano con disprezzo l'aspetto filosofico del problema. Sostengono involontariamente atteggiamenti come la censura, l'inquisizione, l'intolleranza religiosa e la persecuzione dei dissidenti." -- Ludwig von Mises
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di Ludwig von Mises


[Azione Umana (1949). Un file audio MP3 di questo articolo, narrato da Jeff Riggenbach, è disponibile per il download.]


La proprietà privata dei mezzi di produzione (economia di mercato o capitalismo) e la proprietà pubblica dei mezzi di produzione (il socialismo o il comunismo o la "pianificazione") possono essere distinte nettamente. Ognuno di questi due sistemi di organizzazione economica della società è aperto ad una descrizione o definizione precisa ed univoca. Non possono mai essere confusi l'uno con l'altro; non possono essere misti o combinati; nessuna transizione graduale conduce da uno di loro all'altro; la loro logica è contraddittoria. Per quanto riguarda gli stessi fattori di produzione, possono solo esistere sotto il controllo privato o pubblico.

Se nel quadro di un sistema di cooperazione sociale solo alcuni mezzi di produzione sono soggetti alla proprietà pubblica, mentre il resto sono controllati da privati, questo non vuol dire che ci sia un sistema misto tra socialismo e proprietà privata. Il sistema rimane una società di mercato, a condizione che il settore socializzato non diventi del tutto separato dal settore non-socializzato e conduca ad un'esistenza strettamente autarchica. (In quest'ultimo caso ci sono due sistemi indipendenti che coesistono fianco a fianco — uno capitalista ed uno socialista).

Le imprese pubbliche, che operano all'interno di un sistema in cui ci sono imprese di proprietà privata ed un mercato, ed i paesi socializzati, che scambiano beni e servizi con paesi non-socialisti, sono integrati in un sistema di economia di mercato. Sono soggetti alla legge del mercato ed hanno l'opportunità di ricorrere al calcolo economico.

Se si considera l'idea di mettere al fianco di questi due sistemi o tra questi un terzo sistema di cooperazione umana sotto la divisione del lavoro, si può sempre iniziare solo dal concetto dell'economia di mercato, mai da quella del socialismo. La nozione di socialismo, con il suo rigido monismo e centralismo che permettono di scegliere e di agire in una sola maniera, non consentirà qualunque compromesso o concessione; questa costruzione non è suscettibile ad alcuna modifica o alterazione.

Ma è diverso con il sistema dell'economia di mercato. Qui il dualismo tra il mercato ed il potere del governo di coercizione e costrizione suggerisce varie idee. E' davvero perentorio o conveniente, si domanda la gente, che il governo stesso rimanga fuori dal mercato? Non dovrebbe essere un compito del governo interferire e correggere il funzionamento del mercato? E' necessario fare i conti con l'alternativa al capitalismo o al socialismo? Non ci sono forse altri sistemi ancora realizzabili di organizzazione sociale che non sono né il comunismo né un'economia di mercato pura e senza ostacoli?

Così la gente ha escogitato una varietà di terze soluzioni, di sistemi che, si sostiene, sono tanto lontani dal socialismo come lo sono dal capitalismo. I loro autori sostengono che questi sistemi non sono socialisti perché il loro obiettivo è di preservare la proprietà privata dei mezzi di produzione e che non sono capitalisti perché eliminano le "carenze" dell'economia di mercato.

Data una considerazione scientifica dei problemi trattati, che per necessità è neutrale per quanto riguarda tutti i giudizi di valore e, pertanto, non condanna tutte le caratteristiche del capitalismo come difettose, dannose, o ingiuste, questa raccomandazione emotiva di interventismo non è di alcuna utilità. Il compito dell'economia è quello di analizzare e ricercare la verità. Non è chiamata a lodare o a disapprovare qualsiasi postulato preconcetto e pregiudizo standard. Per quanto riguarda l'interventismo c'è una sola domanda da porsi: Come funziona?



L'Intervento

Ci sono due modi per realizzare il socialismo.

Il primo modo (potremmo chiamarlo modello Lenin o Russo) è puramente burocratico. Tutti gli stabilimenti, i negozi e le aziende agricole sono formalmente nazionalizzati (verstaatlicht); sono dipartimenti del governo gestiti da dipendenti pubblici. Ogni unità dell'apparato di produzione si trova nella stessa relazione con l'organizzazione superiore centrale, così come un qualsiasi ufficio postale con l'ufficio postale centrale.

Il secondo modo (potremmo chiamarlo il modello Hindenburg o Tedesco) nominalmente ed apparentemente conserva la proprietà privata dei mezzi di produzione e mantiene l'apparenza dei mercati ordinari, dei prezzi, dei salari e dei tassi di interesse. Tuttavia, non ci sono più gli imprenditori, ma manager unici (Betriebsführer nella terminologia della legislazione Nazista).

Questi manager sono apparentemente strumentali nella conduzione delle imprese loro affidate; comprano o vendono, assumono e licenziano lavoratori e remunerano i propri servizi, contraggono debiti e pagano gli interessi e l'ammortamento. Ma in tutte le loro attività sono tenuti ad obbedire incondizionatamente agli ordini emessi dal supremo ufficio del governo della gestione della produzione.

Questo ufficio (il Reichswirtschaftsministerium nella Germania Nazista) dice al manager cosa produrre e come produrlo, a che prezzi e da chi comprare, a che prezzi e a chi vendere. Assegna ogni lavoratore al suo lavoro e fissa il suo salario. Impone a chi e a quali condizioni i capitalisti devono affidare i loro fondi. Lo scambio di mercato è solo una finzione. Tutti i salari, i prezzi ed i tassi di interesse sono fissati dal governo; sono salari, prezzi e tassi di interesse solo in apparenza; in realtà sono termini meramente quantitativi degli ordini del governo che determinano il compito di ogni cittadino, il reddito, i consumi e lo standard di vita.

Il governo dirige tutte le attività produttive. I manager sono soggetti al governo, non alla domanda dei consumatori ed alla struttura dei prezzi di mercato. Questo è socialismo sotto la maschera esteriore di capitalismo. Vengono mantenute alcune etichette dell'economia di mercato capitalista, ma significano qualcosa di completamente diverso da quello che significano nell'economia di mercato.

E' necessario sottolineare questo fatto per evitare una confusione tra socialismo ed interventismo. Il sistema di interventismo o dell'economia di mercato ostacolato differisce dal modello Tedesco di socialismo per il fatto stesso che è ancora un'economia di mercato. L'autorità interferisce con il funzionamento dell'economia di mercato, ma non vuole eliminare del tutto il mercato. Vuole che la produzione ed il consumo si sviluppino secondo linee diverse da quelle prescritte da un mercato senza ostacoli, e vuole raggiungere il suo scopo, iniettando nel funzionamento degli ordini di mercato, i comandi e i divieti per la cui imposizione sono pronti polizia ed il relativo apparato di costrizione violenta e di coercizione.

Ma questi sono atti di intervento isolati. Non è l'obiettivo del governo quello di combinarli in un sistema integrato che determina tutti i prezzi, i salari ed i tassi di interesse; quindi il pieno controllo sulla produzione e sul consumo nelle mani delle autorità.

Il sistema dell'economia di mercato ostacolata o dell'interventismo mira a preservare il distinto dualismo delle attività di governo da un lato e la libertà economica con il sistema di mercato dall'altro. Ciò che lo caratterizza come tale è il fatto che il governo non limita la sua attività alla salvaguardia della proprietà privata dei mezzi di produzione ed alla protezione contro le intrusioni violente. Il governo interferisce con il funzionamento delle attività economiche per mezzo di ordini e divieti.

L'intervento è un decreto emesso, direttamente o indirettamente, dall'autorità responsabile degli apparati amministrativi di coercizione e costrizione che costringe gli imprenditori ed i capitalisti ad impiegare alcuni dei fattori di produzione in modo diverso da quello che avrebbero fatto se avessero semplicemente obbedito ai dettami del mercato. Un tale decreto può essere un ordine di fare qualcosa o di non fare qualcosa.

Non è necessario che il decreto sia emesso direttamente dalla stessa autorità stabilita e generalmente riconosciuta. Può capitare che altre agenzie si arroghino il potere di emettere tali ordini o divieti e di farli rispettare attraverso un loro apparato di coercizione violenta e di oppressione. Se il governo riconosciuto tollera tali procedure o addirittura le sostiene con l'impiego del suo apparato di polizia governativo, le cose stanno come se il governo stesso lo avesse emesso. Se il governo si oppone all'azione violenta di altre agenzie, ma non riesce a reprimerla per mezzo delle proprie forze armate, anche se vorrebbe sopprimerla, ne risulta l'anarchia.

E' importante ricordare che l'interferenza del governo significa sempre o azione violenta o minaccia di tale azione. Il governo è in ultima istanza l'impiego di uomini armati, poliziotti, gendarmi, soldati, guardie carcerarie, e boia. La caratteristica essenziale del governo è l'imposizione dei suoi decreti mediante pestaggi, assassinii e carcerazioni. Coloro che chiedono maggiore interferenza del governo chiedono in ultima analisi maggiore costrizione e meno libertà.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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