mercoledì 3 maggio 2017

La verità sul “bilancio magro” e sul buco fiscale da $4,000 miliardi di Trump





di David Stockman


Ho fatto delle scommesse sul Grande Sfasciatore e mi ritrovo ancora una volta ad aver ragione, soprattutto sul cosiddetto “bilancio magro” rilasciato ultimamente dalla Casa Bianca.

Dopo tutto, se si voleva scaricare un camion carico di sabbia negli ingranaggi fiscali di Washington, il piano per spostare $54 miliardi dalla superficie della palude (EPA, HUD, ecc.) sul suo fondo (Pentagono), è il miglior modo per farlo.

E nel processo si potrebbe buttare a mare il direttore del bilancio, un obiettivo plausibile se sfasciare tutto è il proprio modus operandi. In caso contrario, un direttore del bilancio credibile potrebbe tornare estremamente utile in un ambiente in cui una battaglia su un tetto del debito da $20,000 miliardi è proprio dietro l'angolo, e dove un piano di “stimolo” multi-miliardario schiaccerà la nazione sotto una montagna di deficit da $10,000 miliardi durante il prossimo decennio.

Infatti quando aggiungi $260 miliardi in debito netto a quello già torreggiante dello Zio Sam durante i tuoi primi 50 giorni in carica e rimarrai a corto di denaro prima del Memorial Day, potresti desiderare di avere dalla tua parte uno dei falchi di bilancio più esperti e competenti del GOP.

Ma non Trump.

Ha mandato il direttore dell'Office of Management and Budget (OMB), Mick Mulvaney, in un nido di vespe a Capitol Hill. Ho ricoperto la stessa posizione durante l'amministrazione di Ronald Reagan, quindi ho una certa simpatia per questa persona.

Mulvaney sarà eviscerato politicamente nel giro di settimane. Il cosiddetto bilancio magro di Trump è già morto e sepolto. Vorrei mettere in chiaro che sono al 100% a favore di ognuno di questi tagli, e molto di più anche. Per esempio, non taglierei i fondi al Dipartimento del Commercio del 16%, o per $1,500 miliardi; farei chiudere tutta la baracca. La libera impresa non ha bisogno di migliaia di burocrati per aiutarla.

Allo stesso modo, l'intero Dipartimento dell'Agricoltura è una reliquia del New Deal. Gli agricoltori sui loro mietitrebbia da $250,000 che mietono 16 file di colture alla volta, non hanno bisogno di $23 miliardi all'anno dai contribuenti, o anche i $18 miliardi presenti nel bilancio magro di Trump.

Ma dal momento che anche i $54 miliardi di tagli nei vari settori pubblici esclusa la difesa comportano un intervento chirurgico senza anestesia, l'idea che tali risparmi dovrebbero essere sprecati per il Pentagono è decisamente spaventosa.

Washington già spende $600 miliardi per la difesa, e stiamo parlando di 10 volte quello che spendono i russi, e anche così spreca $125 miliardi all'anno in base alla più recente revisione indipendente. Quindi Trump non sta bonificando la palude; sta solo proponendo di dragare la superficie e ri-incanalare le sue acque fetide sul lato opposto del Potomac.




Ciò che effettivamente realizzerà il cosiddetto bilancio magro di Trump, sarà una lotta interna tra le fragili maggioranze del GOP. Inutile dire che questa battaglia unilaterale sulle “priorità” sperpererà enormi quantità di capitale politico ed aggiungerà nuovi ostacoli — oltre alla battaglia sull'Obamacare e sulla crisi del tetto del debito — alle prospettive già in rapido sbiadimento riguardo lo Stimolo Targato Trump.

Infatti il bilancio magro è una tale bomba legislativa che dovrebbe chiarire una volta per tutte che la Casa Bianca di Trump non ha alcuna parvenza di una strategia fiscale praticabile. Il complesso militare/industriale ed il Congresso finanzieranno ogni centesimo dei suddetti $54 miliardi al settore della difesa. Ma quando i membri del GOP alla Camera e al Senato smetteranno di ridere e faranno emergere i loro malumori riguardo il bilancio magro di Trump — i $6 miliardi di tagli al National Institutes of Health, per esempio — finiranno per caricare il 95% dei nuovi finanziamenti alla difesa sulla carta di credito dello zio Sam: i contribuenti.

Ora cerchiamo di essere chiari, non c'è niente di sbagliato con un taglio delle imposte federali da $5,000 miliardi nei prossimi 10 anni, come avverrebbe secondo il piano delle riduzioni fiscali aziendali e individuali di Trump.

Dopo tutto, secondo il Congressional Budget Office, le entrate federali previste dalla normativa vigente sarebbero di $43,000 miliardi durante suddetto periodo, il che significa che Trump ha in mente per lo zio Sam un programma di snellimento del 12%.

Ma se non si vuole finire come il casinò di Atlantic City di Trump, bisogna finanziare questi tagli fiscali con riduzioni di spesa. Nessuno, tranne un ciarlatano fiscale, può sostenere che i tagli fiscali possano sostenere il 100% della perdita di entrate. Si potrebbe ottenere un 25% di crescita in più, ma bisogna guadagnare il resto mediante nuove fonti di entrate meno dannose come la BAT (tassa sulle frontiere); o, preferibilmente, attraverso profondi tagli alla spesa laddove ci sono davvero i soldi: il complesso della sicurezza nazionale, tra cui l'Homeland Security, i veterani, l'assistenza alla sicurezza internazionale e la previdenza sociale/Medicare. Quest'ultimo avrà un costo di $1,700 miliardi per l'anno fiscale 2018, ma l'amministrazione Trump ha chiuso un occhio. Ed i tre programmi nazionali riguardanti la sicurezza avranno un costo di $800 miliardi e $60 miliardi in più nel cosiddetto bilancio magro.

In altre parole, ciò che passa per programma fiscale di Trump, è un mucchio fumante di incoerenza ed impossibilità matematica. Sono abbastanza sicuro che i tagli fiscali e la spesa per le infrastrutture, insieme ad eventuali cambiamenti radicali nelle priorità di spesa, si tradurranno in una cosa: un bagno di sangue fiscale e la rottura della governance, le quali non sono state neanche lontanamente “messe in conto” negli utili riportati al 25X per l'indice S&P 500.

A dire il vero, una carneficina fiscale è esattamente ciò che serve. Solo dopo che i mercati finanziari sono implosi e ripuliti, si potrà pensare a percorrere un sentiero per evitare eventualmente la bancarotta nazionale.

Il cosiddetto bilancio magro di Trump è solo fumo negli occhi. Almeno ai tempi di Reagan c'era un bilancio nazionale pulito da sperperare e un sacco di spazio fiscale per implementare i suoi tagli fiscali.
Al contrario, Trump ha ereditato un debito da $20,000 miliardi e al 106% del PIL, non al 30% dove si trovava nel 1981; per non parlare dei $10,000 miliardi aggiuntivi nel corso del prossimo decennio.

L'unica cosa più ridicola del cosiddetto bilancio magro di Trump, dunque, è l'illusione di Wall Street che un programma di riduzione delle imposte e gigantesca spesa per infrastrutture possa stimolare l'economia degli Stati Uniti.

Ma questa storia è niente se paragonata ad un'altra: trovare una maggioranza sulle misure volte a finanziare i $4,000 miliardi di entrate perdute, a causa dei tagli fiscali aziendali e individuali promessi da Trump e abbracciati ampiamente dal GOP.

Finora Wall Street ha sbavato di fronte alla prospettiva di tagliare le aliquote aziendali al 20% e alle altre riforme fiscali aziendali correlate. Queste misure ridurrebbero le entrate di $2,100 miliardi in un decennio.

Oltre a ciò, ci sono altre entrate perdute a causa dell'abbassamento dell'aliquota fiscale individuale al 33%. Stiamo parlando di altri $2,000 miliardi di entrate federali scomparse nel corso del prossimo decennio, ampliando così il buco fiscale fino ai suddetti $4,000 miliardi.

Ma ecco che arriva la vera nota dolente: la Casa Bianca di Trump e la presunta maggioranza GOP a Capitol Hill sono strutturalmente incapaci di tagliare anche $1 degli attuali $4,200 miliardi di spesa annuale del governo federale.

L'accoppiata Trump/GOP ha fatto una promessa da $4,000 miliardi ed ha praticamente zero capacità per finanziarla. E questo buco di bilancio è assolutamente reale, perché l'insistenza dei leader del GOP al Congresso, secondo cui il disegno di legge fiscale deve essere a “deficit neutrale”, è più che giustificata.

Come mostrato di seguito, secondo le ultime proiezioni del Congressional Budget Office (CBO), il deficit federale raggiungerà i $1,400 miliardi l'anno entro il 2027. Ciò significa che nei prossimoi 10 anni quasi $10,000 miliardi saranno aggiunti al debito pubblico.

Ma aspettate, perché le proiezioni del CBO si basano sul presupposto economico assurdo che non ci sarà una recessione negli Stati Uniti per 206 mesi (ad esempio, tra giugno 2009 e settembre 2027).

Questo non è mai accaduto nella storia umana, ed è due volte la fase espansiva del ciclo economico (119 mesi) durante il boom tecnologico insostenibile degli anni '90.

Inoltre il Congresso ha imparato tutti i trucchi contabili su come far apparire più basso il deficit rispetto a quello che è in realtà, in modo che possa continuare a calciare il barattolo del debito lungo la strada.

Anche Brookings Institution se n'è accorta: utilizzando un concetto chiamato “servizi attuali”, che proietta le politiche attuali del Congresso oltre l'orizzonte di 10 anni, Brookings ha concluso che anche in presenza di presupposti economici rosei, il deficit cumulato sarà in realtà di $11,400 miliardi lungo suddetto periodo.

E ancora più importante, entro il 2027 il deficit annuale raggiungerà i $1,700 miliardi o il 6.1% del PIL — e continuerà a salire da lì.

La ragione è semplice: la revisione di Brookings rimuove tutte le “supposizioni” dalla proiezione del CBO, come ad esempio il fatto che $850 miliardi di misure fiscali vengono conteggiate nelle entrate di base e che non si materializzeranno mai nel mondo reale.

Questo perché il Congresso pospone abitualmente la data di approvazione di alcuni aumenti delle tasse legate all'Obamacare (ad esempio, il prelievo sui dispositivi medici), oppure estende all'ultimo minuto una vasta gamma di “incentivi” che sono convenientemente programmati per “scadere” diversi anni più in avanti, ma non spariscono mai. Gli incentivi all'energia verde sono il classico esempio.

In sintesi la coalizione Trump/GOP è finita in una gigantesca trappola del debito, quindi ha zero spazio di manovra per attuare il tipo di tagli fiscali finanziati a deficit su cui ha scommesso Wall Street al fine di mandare la mandria di giocatori d'azzardo al macello per l'ultima volta.




Non solo, ma il Congresso non può nemmeno avviare il processo di taglio delle imposte fino a quando entrambe le Camere non approveranno una risoluzione di bilancio per l'anno fiscale 2018. Su questo fronte la Casa Bianca è ancora più all'oscuro di quanto non fosse sull'abrogazione dell'Obamacare. Nei giorni scorsi, ad esempio, il tipo delle S&L presso il Dipartimento del Tesoro, Steve Mnuchin, ha detto che i tagli fiscali potrebbero essere approvati entro agosto.

Neanche per sogno. Prima di prendere in considerazione i tagli di spesa, i membri del GOP alla Camera dovrebbero approvare una risoluzione di bilancio che aumenterebbe il debito pubblico a $34,000 miliardi ed il deficit a $2,000 miliardi, o al 7.5% del PIL, entro il 2027.

Ma questo non accadrà neanche tra un milione di anni, altro che agosto! In ogni caso, ora sembra che il casinò stia cominciando a recepire il messaggi, soprattutto se si guarda al modesto sell-off di oggi e della settimana scorsa. In realtà, è solo l'ennesimo segnale che il sipario sta calando sulla grande fantasia finanziaria dei nostri tempi ed uscire dal casinò in tutta fretta è l'unica cosa prudente da fare.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. L'URSS politica è durata 70 anni prima di collassare per l'insostenibilità del suo sistema economico. Ed esisteva un sistema economico alternativo.
    Il sistema economico e politico occidentale odierno è molto più sofisticato di quello sovietico, seppure appaia sempre più diretto verso una economia di comando a causa delle crepe sempre più ampie che il Potere cerca di nascondere e tamponare a prezzo della libertà.
    E non ci sono sistemi economici e politici alternativi a questo nella realtà contemporanea, ma solo nelle idee che si rifanno ad un passato dimenticato e misconosciuto da tutti.
    Il sistema politicofinanziario globalista socialdemocratico, in crisi evidente, è radicato nelle teste dei più e disponibile anche alla guerra pur di perpetuarsi con altri mezzi.
    Perciò, per quanto imminente, una correzione sostanziosa e diffusa nella finanza sarà motivo per ulteriori limitazioni della libertà economica in nome della continuità del sistema. Ed il fiatmoney occidentale sarà integrato dai DSP del FMI coinvolgendo pure i competitor Cina e Russia e forse l'oro. Altrimenti, per contrastare la dissoluzione rapida dell'impero e delle sue costruzioni vassalle, non ci sarà che la guerra coi competitor.
    Ma, forse, ci vorranno anni.

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  2. https://www.rischiocalcolato.it/2017/05/il-rimedio-alla-crisi-e-noto-ma-non-si-puo-dire.html

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