giovedì 8 febbraio 2018

Minare bitcoin è costoso, proprio come l'estrazione dell'oro





di Jeffrey Tucker


La critica classica al gold standard è che era troppo costoso. Perché si sprecano risorse per attrezzarsi, scavare nelle montagne alla ricerca disperata di risorse limitate e poi stiparle nel Dipartimento del Tesoro?

È semplicemente sciocco. Sappiamo come fare i soldi: li stampiamo. È molto più economico stampare che estrarre qualcosa dal terreno. Uno standard cartaceo ci farà risparmiare un'enorme quantità di risorse che potranno essere dirottate per altri scopi.

C'è una certa plausibilità in fin dei conti. Sappiamo come fare affinché i sostituti del denaro sembrino funzionare altrettanto bene come quello che chiamavamo propriamente denaro. I costi delle operazioni minerarie sono enormi e la scoperta di nuovi depositi deve essere finanziata; senza contare che drena risorse finanziarie e temporali, tutto per trovare ciò che sappiamo funzionerà peggio rispetto a carta e inchiostro.



Keynes contro l'oro

J. M. Keynes era d'accordo. Scrisse una monografia nel 1923 (“A Tract on Monetary Reform”) che condannava gli stati perché svalutavano la valuta, avvertiva di instabilità monetarie dopo la guerra, e poi... sganciò una bomba alla fine del libro. Disse che il gold standard era troppo inflessibile per i tempi moderni. Doveva sparire. Si trattava di una "barbara reliquia" che doveva essere sostituita da una moneta interamente gestita dalla banca centrale.

Per decenni migliaia di economisti seguirono il punto di vista di Keynes, ognuno dei quali immaginava di essere il capo della banca centrale, pronto ad imporre la propria visione di ciò che il potere monetario poteva realizzare.

L'oro appartiene al passato, non ad un'epoca di pianificazione centrale scientifica, o almeno così si diceva. Il gold standard vecchio stile, con i suoi limiti, la sua disciplina e la sua logica, doveva essere distrutto. E così è stato, per molti decenni, fino al 1974, quando tutto ciò che ne rimaneva venne demolito.



Oro digitale

C'è una ragione per cui bitcoin viene chiamato l'oro digitale. È strutturato per operare allo stesso modo del gold standard, facendo inoltre a meno della sponsorizzazione dello stato. Non richiede una gestione centralizzata; bisogna spendere risorse per diventare il primo proprietario della risorsa iniziale; esiste un'offerta limitata; i pagamenti vengono risolti definitivamente quando effettuati. Bitcoin, quindi, è il gold standard portato all'era digitale.

Nell'estrazione dell'oro, mentre il prezzo del metallo sale, la voglia di trovare e scavare più depositi aumenta insieme ai profitti dell'industria mineraria stessa. Lo stesso accade con bitcoin. Durante la salita del suo prezzo nel 2017, le entrate per i minatori sono schizzate alle stelle. Ciò significa tristemente che anche le commissioni sono aumentate e quindi la crescente popolarità delle criptovalute alternative.




Ora stiamo vedendo che la tesi usata contro il gold standard, sta venendo usata anche contro bitcoin. Si dice che stia sprecando un'enorme quantità di energia. "La quantità di energia elettrica utilizzata dai computer per ‘minare’ bitcoin è maggiore rispetto a quella utilizzata annualmente da quasi 160 Paesi", dice Business Insider.

Salon non va controcorrente:

Ma quello che non avrebbero potuto spiegare è quanta energia elettrica avrebbe succhiato la rete di computer dietro a bitcoin. In poche parole, bitcoin sta rallentando gli sforzi per ottenere una rapida transizione dai combustibili fossili. Inoltre questo è solo l'inizio. Data la sua crescente impronta climatica, il bitcoin è uno sviluppo maligno e sta peggiorando le cose.

Ecco un grafico solo degli Stati Uniti.


Fonte: Crescent Electric


A prezzi correnti, vale la pena di minare, forse non per gli individui ma per l'intero bacino di minatori. Ma che dire per quanto riguarda i costi sociali e ambientali?



Ne vale la pena

Per cercare una risposta, rivisitiamo la tesi riguardo i costi del gold standard. Nel 1983 Roger Garrison scrisse un articolo sull'argomento. In esso sottolineava come tutti i costi fossero dei costi di opportunità: la cosa a cui si rinuncia per ottenere ciò che si ha. Il gold standard è giustamente in contrasto con lo standard cartaceo che lo ha sostituito. Quali sono i costi dello standard cartaceo? Questa è la domanda giusta da porsi qualora si vogliano valutare i costi reali del gold standard.

I presunti costi di un gold standard possono essere identificati confrontandolo con uno standard cartaceo. Tali confronti, però, non forniscono mai una solida base per la scelta tra disposizioni istituzionali alternative. Il confronto mette in evidenza tutti i costi rilevanti di uno standard cartaceo. Se gli standard cartacei fossero amministrati da autorità angeliche il cui unico obiettivo fosse ridurre al minimo lo squilibrio indotto dal denaro, la scelta tra un gold standard e uno standard cartaceo sarebbe molto meno consequenziale di quanto non sia in realtà. Ma gli standard cartacei attuali hanno anch'essi dei costi. E come c'insegna la storia, l'entità e la costosità degli aggiustamenti dei prezzi al rialzo nell'ambito di uno standard cartaceo oltrepassano la grandezza e la costanza degli aggiustamenti dei prezzi al ribasso in un gold standard.

Inoltre:

I costi reali dello standard cartaceo dovrebbero prendere in considerazione (1) i costi imposti alla società quando diverse fazioni politiche tentano di ottenere il controllo della stampante, (2) i costi imposti dai gruppi con interessi particolari nei loro tentativi di persuadere il controllore della stampante a fare un uso improprio della sua autorità (stampare più denaro) a loro beneficio, (3) i costi sotto forma di errate allocazioni delle risorse indotte dall'inflazione che si verificano in tutta l'economia a seguito dell'autorità monetaria che soccombe alle pressioni politiche degli interessi particolari e (4) i costi sostenuti dagli imprenditori nei loro tentativi di prevedere ciò che l'autorità monetaria farà in futuro e coprire le probabili, ma incerte, conseguenze dell'irresponsabilità monetaria.

Quindi i costi dello standard cartaceo includono il rischio d'inflazione, l'opportunismo politico, l'esplosione del debito pubblico, la vasta espansione del potere statale, la costruzione di cartelli, la politicizzazione del denaro, la distruzione di risparmi e investimenti (con tassi d'interesse a zero) e l'aumento di cicli di boom/bust.

L'esperienza con bitcoin mette in evidenza gli altri costi. Bitcoin lavora su una base senza fiducia, la quale non richiede credito o identità. Ciò rende bitcoin molto più inclusivo tra le popolazioni al di fuori del sistema bancario. Non vi è alcuna possibilità di frode sull'identità. Non c'è possibilità che qualcuno agisca al posto vostro per spendere i vostri soldi. Per evitare tutto questo nei confronti del denaro nazionale e dei sistemi di pagamento esistenti, il settore bancario spende fino a $11 miliardi, cinque centesimi ogni cento dollari spesi.



Sistemi di pagamento

Anche così, è un disastro per le vostre finanze personali. Spendete i vostri soldi in un modo insolito, e quasi sicuramente riceverete un monito dalla vostra compagnia di carte di credito. Anche così, ogni tot. anni, le vostre carte vengono dichiarate rubate e dovete prenderne una nuova, oltre a cambiare i numeri su ogni sito web di commercianti online. Se lo avete fatto per 10 o 15 anni, c'è un'enorme pila di carte di credito defunte sui vostri siti web.

Oltre ai problemi riguardo i sistemi di pagamento, ci sono i problemi del sistema monetario nazionalizzato, il quale è così dispersivo e confuso che nessuno sa per certo se siamo in un boom, o in un bust, o in entrambi. L'incertezza nella politica della FED ha raggiunto proporzioni epiche e in retrospettiva fa sembrare ridicola la fiducia espressa da Keynes.

Inoltre minare bitcoin non è un'imposizione arbitraria. È un fallacia credere che i costi elettrici siano uno spreco. C'è del lavoro da fare per confermare le transazioni e gestire il protocollo. Questo sarà vero fino a quando qualcuno non riuscirà a trovare un altro sistema.

In sintesi, se paragonate i costi giganteschi del sistema monetario cartaceo con la versione aggiornata del gold standard, i costi dell'estrazione di bitcoin non sembrano poi così alti. L'acquisizione di qualsiasi risorsa degna di essere acquisita comporta un costo. La cartamoneta cosa molto poco da produrre e ha distrutto così tanto per tanti secoli. Tutte le lamentele sui costi dell'estrazione di bitcoin dovrebbero essere considerate alla luce di ciò.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Grande Tucker!
    Peraltro, non riesco a trovare qualcosa che come Bitcoin riesca ad essere contemporaneamente security, commodity e currency.
    Almeno finché è giovane non si capisce ancora bene cosa farà da grande. Forse farà tutto.
    Fatto sta che la recente riunione del Senato USA ha preferito che la "cosa" Bitcoin vada avanti da sé ancora un po' senza troppe regolamentazioni, che forse non sanno neppure come applicarle.

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  2. "Per decenni migliaia di economisti seguirono il punto di vista di Keynes, ognuno dei quali immaginava di essere il capo della banca centrale, pronto ad imporre la propria visione di ciò che il potere monetario poteva realizzare."

    La sindrome (da bar) dell'allenatore della Nazionale...

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  3. conta il valore (somma dei valori soggettivi)

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