mercoledì 16 maggio 2018

Alla Finanza delle Bolle non resta che pregare





di David Stockman


Gente, di quali altre prove avete bisogno per capire che i mercati finanziari sono completamente slegati dalla realtà e che questi deboli rimbalzi tra i grafici a 50 giorni e 20 giorni sono essenzialmente il rigor mortis di un toro morto?

Al momento, il grafico a 50 giorno per l'indice S&P500 fa segnare 2740 e funziona come "resistenza" secondo gli esperti, mentre quello a 20 giorni a 2700 è presumibilmente un "supporto".

Quindi c'è questo, ma anche altro: esattamente nel punto centrale, a 2720, il mercato è attualmente trattato al 25.6X gli utili riportati per il 2017. Stiamo parlando di multipli da capogiro, soprattutto nel contesto di un trend di crescita degli utili sottostante che è incatenato alla linea piatta e che non ha prospettive di cambiamento prima della prossima recessione.

Gli utili GAAP per il 2017 sono stati di $109.46 per azione per l'indice S&P 500. 40 mesi prima, a settembre 2014, gli utili erano di $105.96 per azione. Stiamo parlando di un guadagno dell'1% all'anno in quello che sicuramente si dimostrerà essere il punto debole (dal mese #63 al mese #102) dell'attuale espansione ciclica.

Eppure a sentire le teste di legno nello zombie-box si prevede che la robusta crescita degli utili possa resuscitare ancora una volta, come se questo ciclo potesse ricevere un ulteriore colpo di Viagra finanziario.

Ma non ci sono ancora prove. Sì, gli utili nel quarto trimestre 2017 a $26.54 per azione sono aumentati del 10% rispetto ai $24.16 per azione per l'indice S&P 500 durante il quarto trimestre 2016.

Ma ecco cosa l'uomo di Bloomberg non vi ha detto: per quanto riguarda gli utili dell'indice S&P 500, erano in realtà a $26.48 per azione nel quarto trimestre del 2013.

Proprio così. Gli aumenti degli utili negli ultimi quattro anni sono stati solo di sei centesimi!

Quello che è successo nel frattempo è stato solo un periodo di euforia a causa del mini-ciclo globale del credito alimentato dalla Cina. Wall Street pare ignorare la crescita zero in 4 anni: i robo-trader e gli scommettitori che acquistano durante i ribassi hanno scelto di ignorare questo fatto (come la maggior parte degli altri) a loro rischio e pericolo.

Allo stesso modo, i guadagni annuali per il 2017 a $109 per azione si confrontano con gli $85 per azione rispetto al picco del ciclo precedente a metà del 2007. Quindi gli utili sono cresciuti solo del 2.5% all'anno durante l'intero decennio; e anche gran parte di ciò era dovuto al calo del numero di azioni dovuto ai massicci riacquisti di azioni proprie.

Allo stesso tempo, la crescita degli utili futuri dovuta al taglio delle tasse è enormemente esagerata, perché ignora il prossimo shock dei rendimenti sul mercato obbligazionario. Ci riferiamo, naturalmente, all'improvvisa collisione fiscale/monetaria da $1,800 miliardi tra sei mesi da oggi durante l'anno fiscale 2019.

Oltre al costo del primo anno da $300 miliardi (con interessi aggiunti) del taglio delle imposte GOP/Trump e di $200 miliardi di spese aggiuntive per la difesa, il Tesoro americano emetterà $1,200 miliardi di nuovo debito e simultaneamente la FED scaricherà $600 miliardi di titoli di stato esistenti.

E pensiamo che questi numeri sbalorditivi siano certi quanto il sole. È troppo tardi, sia dal punto di vista legislativo che tecnico, per rallentare l'impetuoso fiume d'inchiostro rosso in arrivo.

Allo stesso modo, i capi della FED nell'Eccles Building sono così ostinatamente in errore riguardo la forza dell'economia statunitense che intendono continuare il loro programma di QT. Il mercato si ripulirà, ma ad un rendimento molto più alto del 2.90% per il decennale USA. Questo è particolarmente vero perché la BCE smetterà di fare QE a dicembre; e il nuovo imperatore Xi ed i suoi scagnozzi hanno in mente la stessa cosa.

Di conseguenza, il rendimento del decennale USA potrebbe facilmente salire al 3.75% durante l'anno a venire, e molto probabilmente oltre il 4.00% una volta che anche gli hedge fund venderanno ciò che la FED sta ora vendendo.

Ma anche al 3.75% per il decennale USA, gli interessi passivi al netto delle imposte per le società nell'indice S&P 500 aumenteranno da $16 per azione (2016 effettivi) a $36 per azione. Questo potenziale aumento di $20 cancellerebbe praticamente l'intero guadagno una tantum dovuto alla nuova aliquota al 21% sulle società.

Tuttavia, non siamo soli nello scoprire i venti contrari che si stanno accumulando. Nientemeno che il co-presidente e capo della gigantesca banca d'investimenti JP Morgan, Daniel Pinto, ha di recente detto:
Non c'è mai un solo innesco, è una combinazione di fattori e dipende dalla valutazione al momento. Probabilmente il mercato andrà bene per il prossimo anno o due, ma la correzione potrebbe andare dal 20% al 40%. E noi cerchiamo solo di essere preparati, perché in quei momenti i clienti ne avranno davvero bisogno.

Questo ci fa porre una domanda: perché preoccuparsi di un rialzo del 5% (per dire, 3,000 per l'indice SPX) quando ci sarà una discesa dal 20% al 40% da quel momento in poi?

Infatti ci aspettiamo che Trump cercherà freneticamente di far intervenire il Plunge Protection Team. Tra l'altro, l'ultima cosa di cui qualsiasi Presidente dovrebbe preoccuparsi sono i protezionisti dell'industria siderurgica statunitense, e la loro capacità di incitare una reazione a catena di richieste e contro-richieste a Washington e ai partner commerciali in tutto il mondo. L'industria siderurgica è il più grande piagnucolone protezionista nell'intera cintura delle lobby.

Trump è del tutto ignaro delle complessità del commercio mondiale ed è affascinato da un primitivo modello di commercio mercantilista che non ha alcuna capacità di contribuire a rendere l'economia americana di nuovo grande.

Ecco il punto: nessuno ha spiegato a Trump che le forniture globali di acciaio sono altamente fungibili e che se lascerà il Canada e il Messico fuori dal radar, i quali rappresentano 10 milioni di tonnellate delle nostre 36 milioni di tonnellate di importazioni, questi amici e vicini aumenteranno drasticamente le loro le esportazioni verso gli Stati Uniti ad un prezzo superiore del 25%, mentre si disinteresseranno del resto del mercato mondiale i cui prezzi sono più bassi.

Tale prospettiva, a sua volta, condurrà ad un aggrovigliato negoziato per assicurare, ad esempio, che l'acciaio zincato proveniente dal Canada abbia avuto origine in Canada, sia proveniente da una lastra di acciaio prodotta in Canada, abbia avuto origine in un forno ad arco elettrico o altoforno che si trovava in Canada, ecc.

E questa non è nemmeno la metà della storia. I Paesi esportatori di acciaio, come il Brasile con 4.7 milioni di tonnellate o il Giappone con 2 milioni di tonnellate, cercheranno modi per fabbricare il loro acciaio in modo da aggirare il dazio del 25%.

Inoltre, al prezzo drasticamente più basso di tali "fabbricazioni" nel mercato interno statunitense, i produttori e gli utilizzatori a valle avranno tutte le ragioni per cercare suddette fabbricazioni estere. In breve, Trump ha infilato un bastone in un nido di calabroni molto grande e brutto. E colui che scrive ne sa qualcosa...

Negoziammo il primo accordo globale sulle quote dell'acciaio nel 1983 per tenere a bada i protezionisti, i quali si erano infiltrati nel dipartimento del commercio nell'amministrazione Reagan. Ma questa volta sarà molto, molto peggio perché all'epoca la Cina stava emergendo dal relitto industriale quale era dopo il Grande Balzo in Avanti sponsorizzato dal Grande Timoniere.

Al contrario, lo scorso anno la Cina ha prodotto 800 milioni di tonnellate di acciaio, il che è più dei 40 fornitori mondiali di acciaio messi insieme; e anche così questo tsunami di acciaio proveniva da un'industria parzialmente inattiva che in realtà ha 1.2 miliardi di tonnellate di capacità.

Detto in modo diverso, il mondo sta affogando nell'eccesso di capacità produttiva della Cina. Ma poiché quest'ultima ha ora dirottato la maggior parte delle esportazioni verso altri clienti, i dazi di Trump non avranno alcuna ripercussione.

Per intenderci, nel 2017 la Cina era solo l'importatore di acciaio n° 12, con 800,000 tonnellate, in un mercato statunitense composto da 107 milioni di tonnellate. Di conseguenza saremmo sorpresi se i dazi di Trump aggiungessero più di $100 milioni alle esportazioni correnti della Cina verso gli Stati Uniti.

Proprio così. Donald sta colpendo gli utilizzatori di acciaio negli Stati Uniti con un costo teorico di $7.5 miliardi solo per colpire il vero obiettivo (lo Schema Rosso di Ponzi), il quale equivale a solo l'1.4% del supplemento totale.

E questo prima che i cinesi iniziassero a spedire le loro 400 milioni di tonnellate di capacità di acciaio in eccesso negli Stati Uniti sotto forma di auto completamente fabbricate e assemblate.

Ma ecco la follia: gli Stati Uniti hanno un gigantesco problema commerciale rappresentato dal disavanzo commerciale da $810 miliardi dell'anno scorso e dai 43 anni di continui deficit commerciali che si sono accumulati fino ad arrivare agli attuali $19,000 miliardi.

Eppure l'acciaio è solo un piccolo frammento di quello che è un gigantesco problema. L'anno scorso gli Stati Uniti hanno importato 36 milioni di tonnellate di acciaio ed esportato 10 milioni di tonnellate. Di conseguenza il deficit commerciale per l'acciaio era di soli $20 miliardi, pari al 2.5% del deficit commerciale totale degli Stati Uniti.

Inoltre il mondo è così inondato di acciaio in eccesso a causa della follia dello Schema Rosso di Ponzi, che non ci sarà mai una carenza. Il prezzo mondiale dell'acciaio, infatti, è il più grande affare immaginabile per i produttori nazionali a valle: minatori, produttori di energia, servizi pubblici, progetti di infrastrutture governative, cantieri e molto altro.

Quindi, se non altro, dovrebbe essere ovvio che nonostante tutte le chiacchiere ed i proclami, a questa gente non rimane altro da fare che pregare se vuole riuscire a risolvere una frazione dei problemi che loro stessi hanno creato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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